«Le voci ingenue del principio». L’oralità come lingua delle origini nell’opera di Elsa Morante
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2785-2288/15615Parole chiave:
Morante, Narrativa, Origini, Oralità, VoceAbstract
Questo contributo si focalizza sulla componente orale della scrittura di Elsa Morante nello scopo di interpretarla come una forma di rappresentazione dell’origine. La riflessione parte dal riconoscimento teorico di una concezione novecentesca dell’origine, per cui la ricerca di una dimensione primigenia si sviluppa essenzialmente nell’ambito della lingua e della poesia. In tal senso, i numerosi richiami ad uno stadio orale e prelogico della lingua che pervadono l’opera di Elsa Morante, sono interpretati come il residuo di una lingua delle origini. Avvalendosi della prospettiva trasversale della critica tematica, lo studio mette a fuoco le forme espressive e i significati dell’oralità nell’itinerario letterario della Morante. Dal ‘fantasma della vocalità’ inscenato da Menzogna e sortilegio alla lingua corporea e materna di Nunziata ne L’isola di Arturo, fino alle poesie orali di Useppe e alle ninne nanne di Aracoeli, l’oralità delle origini costituisce un filo rosso poetico e, dagli anni Sessanta, anche ideologico, invocato dalla scrittrice per far tremare i capisaldi del linguaggio inespressivo e monotono della storia occidentale.
Downloads
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Copyright (c) 2022 Alexandra Khaghani
Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0.