Narrare dopo “Centuria”: i racconti sbagliati e ‘impossibili’ di “Tutti gli errori”

Autori

  • Andrea Gialloreto Università di Chieti-Pescara

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2785-2288/16581

Parole chiave:

Manganelli, Tutti gli errori, forme brevi, spazi, labirinto

Abstract

Dopo aver sperimentato con Centuria le variazioni seriali di microracconti, Manganelli si discosta dall’opzione per le forme brevi condivisa con autori quali Calvino, Parise, Wilcock, Malerba per intraprendere con Tutti gli errori (1986), la sua ultima silloge di racconti, una riflessione sui generi letterari e la convenzioni narrative che trova conferma nelle pagine teoriche del saggio Che cosa non è un racconto, tratto dal volume Il rumore sottile della prosa (1994). L’articolo procede a un’analisi delle trasformazioni che l’impianto del racconto impossibile o sbagliato impone a classici motivi dell’immaginario manganelliano come il viaggio infero, l’amore asimmetrico, la dimora infestata, la natura discenditiva dell’uomo.

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Pubblicato

2023-03-16

Come citare

Gialloreto, A. (2022). Narrare dopo “Centuria”: i racconti sbagliati e ‘impossibili’ di “Tutti gli errori”. Finzioni, 2(4), 24–34. https://doi.org/10.6092/issn.2785-2288/16581

Fascicolo

Sezione

Strategie