A più silenzi. Il potere risarcente del non detto in «Ora Intima» e ne «L’Infanta sepolta»
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2785-2288/21402Parole chiave:
Anna Maria Ortese, Paola Masino, silenzio, fantastico, riscattoAbstract
Il seguente intervento intende rileggere due racconti di Paola Masino e Anna Maria Ortese alla luce della funzione risarcente che in essi assume il silenzio. L’assenza di voce caratterizza, infatti, sia L’Infanta sepolta di Ortese – dell’omonima raccolta pubblicata nel ‘50 da Adelphi – sia Ora intima di Masino apparso postumo nel ‘92 in Colloquio di notte. La presente riflessione vuole dimostrare come il silenzio cui sono condannate la Madonna nera e Suor Arcangela fornisca loro un’occasione di riscatto. La loro ribellione, infatti – sebbene apparentemente iscritta nel tacere femminile – prende l’abbrivio dall’assenza di voce per svincolarsi dalla tradizione di acquiescenza e passività.
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