Il vento, la voce, il nichilismo: Giorgio Caproni e il dibattito filosofico italo-francese sulla voce
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2785-2288/21408Parole chiave:
Giorgio Caproni, voce, vento, filosofia, nichilismoAbstract
L’articolo dimostra come già negli anni Quaranta il poeta Giorgio Caproni avesse anticipato il dibattito filosofico italo-francese sul concetto di voce, che dagli anni Settanta in poi avrebbe coinvolto figure come Jacques Derrida, Giorgio Agamben e Adriana Cavarero. Partendo dalla critica di Heidegger alla metafisica come nichilismo, il dibattito sostiene che il nichilismo della cultura occidentale derivi dalla struttura della voce e dalla sua dimenticanza: la metafisica vede la voce come qualcosa di negativo, un soffio già perduto, e decide perciò di tralasciare la sua dimensione materiale. Un’analisi delle poesie giovanili di Caproni, in particolare dei sonetti scritti alla fine degli anni ’30 e durante la guerra, rivela come egli avesse fin da subito collegato il nichilismo, la caducità del mondo, all’elemento dell’aria e del vento, identificando nella relazione tra voce e aria il nucleo centrale di questo nichilismo. Successivamente, nei suoi testi critici della fine degli anni ’40, Caproni sviluppa queste intuizioni da un punto di vista teorico, proponendo una via d'uscita dal nichilismo attraverso un ritorno alla voce nel linguaggio poetico.
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