Schermarsi: l’autobiografismo obliquo di Michele Mari in «Filologia dell’anfibio» e «Rondini sul filo»

Autori

  • Eva Zandonà Università di Bologna

DOI:

https://doi.org/10.60923/issn.2785-2288/23223

Parole chiave:

autobiografia, autofiction, Michele Mari, soprannaturale, strategie retorico-stilistiche

Abstract

La narrazione del sé si esprime nella produzione di Michele Mari sotto forma di un autobiografismo obliquo e implicito, in cui l’esposizione dell’io autoriale tende puntualmente all’elusività mediante molteplici strategie di eclissamento. Il saggio intende indagare come tali procedimenti di dissimulazione agiscano anche in opere connotate da una maggiore intensità autobiografica, come Filologia dell’anfibio e Rondini sul filo. Lo studio muove da un’analisi stilistico-retorica volta a interpretare l’iperletterarietà di Filologia dell’anfibio come uno schermo interposto a filtrare la materia memoriale. Il saggio si sofferma poi, per quanto riguarda Rondini sul filo, sull’uso ventriloquo che Mari fa dello stile di Céline, per poi passare a riflettere sulla forte presenza del sovrannaturale nella vicenda narrata, giustificando entrambi gli elementi come consapevoli dispositivi di occultamento dell’io autoriale.

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Pubblicato

2025-11-04

Come citare

Zandonà, E. (2025). Schermarsi: l’autobiografismo obliquo di Michele Mari in «Filologia dell’anfibio» e «Rondini sul filo». Finzioni, 5(9), 86–104. https://doi.org/10.60923/issn.2785-2288/23223

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