Giorgio Manganelli ed Achille Bonito Oliva: indizi per una lettura parallela tra letteratura e critica d’arte
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2785-2288/16582Parole chiave:
Giorgio Manganelli, Achille Bonito Oliva, critica d'arte, letteratura e visualità, NeovanguardiaAbstract
Orientate dall’adesione al Gruppo 63 che segna l’orbita larga di uno spazio operativo comune - l’incipit di un itinerario consumato da postazioni differenti «attraverso le avanguardie» -, le parabole di Giorgio Manganelli e di Achille Bonito Oliva disegnano una produttiva e luminosa costellazione teorica e testuale di intersezioni concettuali. Allo sguardo obliquo, strabico e manierato, che nutre le operazioni critiche di Bonito Oliva - Don Giovanni della critica d’arte italiana dell’ultimo mezzo secolo - fa da riflesso l’inafferrabilità e l’istrionicità, l’ambiguità e l’artificio della parola manganelliana. Il saggio, riflettendo su alcuni nodi teorici che attraggono i due scrittori - manierismo, menzogna, metamorfosi, nomadismo, per citarne alcuni - prova ad istituire una «lettura parallela» che lasci affiorare nella «critica ad arte» di Bonito Oliva l’eco della ricerca letteraria di Manganelli.
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